Quando il corpo parla delle violenze

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Le malattie psicosomatiche sono il prezzo che devono pagare tutte le donne sfuggite al loro carnefice. Nessuno ne parla mai, perché giustamente, davanti ad alcuni femminicidi tanto efferati, diventano nulla. Ma si tratta tuttavia di danni permanenti alla salute psicofisica. La gravità di questi sintomi e la manifestazione cronica degli stessi sono direttamente proporzionali alla durata temporale delle vessazioni subite. Il problema è che neppure l’Autorità giudiziaria dà peso ai nocivi effetti dei maltrattamenti, cercando sempre e solo le lesioni derivate da aggressioni fisiche. Tutto ciò perché ancora non viene data rilevanza alla violenza psicologica e al contorno di un quadro, dipinto con i colori dell’angoscia e della paura. Cosa significa esattamente vivere, sapendo dell’esistenza di un uomo che vuole la tua distruzione? Che qualità di vita conducono le donne costrette a condividere con l’abusante uno o più figli? Quali conseguenze ha, nel corpo e nell’anima, entrare nel labirinto mostruoso della “giustizia” minorile? In che stato di salute versano coloro che devono combattere contro le Assistenti sociali e gli Psicologi della CTU? Chi dà peso a tali danni permanenti? Chi ascolta il dolore di queste donne?

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Il diritto dei minori comincia con il diritto ad avere una famiglia e a vivere in famiglia

 

di Ambra Sansolini

 

Il 21 Dicembre, presso la sala Nilde Iotti di Palazzo Theodoli Bianchelli a Roma, si è tenuta una conferenza con gli addetti ai lavori e non, per trattare il tema del diritto dei minori di crescere in famiglia. Lo scopo di questa che è stata una delle tante iniziative, è quello di mettere fine alla drastica ed inconcepibile separazione dei figli dai genitori biologici. L’incontro è stato presieduto dall’Onorevole dell’Udc, Paola Binetti, molto vicina a questo tema, che lo scorso 15 Novembre ha presentato una mozione per arginare la drammatica situazione. Tra i relatori hanno preso parte anche il Direttore dell’Associazione nazionale familiaristi italiani, Massimo Rosselli del Turco e l’Avvocato Carlo Priolo, esperto in allontanamento dei minori.

Introduzione

In Italia ci sono circa 40000 bambini nelle case famiglia, rispetto alla media europea che si aggira attorno ai 6000. Questo dato la dice già lunga circa un fenomeno complesso, che come espresso dalla deputata Binetti nell’ultima mozione presentata alla Camera, crea «sacche di sofferenza del tutto estranee al dettato originale della norma».
Come mai nel nostro Paese, c’è questo numero spropositato di minori, inseriti nelle suddette strutture? Cosa si nasconde sotto quest’atroce macchina che separa i figli dai genitori, privando gli uni e gli altri di un diritto fondamentale, che è quello di avere una famiglia? Secondo quali criteri avviene tutto ciò? Esistono delle normative in merito?

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Oltre la violenza: quel doppio ricatto sui figli

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

C’è una minaccia ricorrente, fatta dall’uomo maltrattante verso la donna: è quella di toglierle i figli. Se chiediamo alle vittime di violenza domestica, che hanno minori in comune con l’aguzzino, tutte potrebbero confermarci la frase: «Se te ne vai, ti faccio levare i figli». Di solito a questa, si accompagnano quasi sempre altri ricatti di tipo economico. Qualora la donna non abbia un lavoro, viene minacciata di essere lasciata senza il necessario per vivere; se invece svolge una professione, allora il carnefice intimorisce dicendo che la farà licenziare e perderà tutto. A causa di queste intimidazioni, molto spesso la vittima, impaurita, non denuncia. Cosa ancora peggiore, se trova il coraggio di farlo, quelle minacce troppo spesso diventano la realtà con la quale sarà costretta a combattere. Tutto ciò avviene grazie a uno Stato complice dell’abusante e incapace di difendere chi subisce violenza.

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