Un libro da leggere per riuscire a prendere il volo

 

Un libro molto molto bello, da leggere dalla prima all’ultima pagina.

“L’amore quando arriva lo riconoscete perché non fa male: non umilia, non giudica, non deride, non vi vuole diverse, non soffoca le passioni, non controlla i pensieri… L’amore è condivisione, non possesso!…”

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La nascita del romanzo

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Un giorno ebbi l’occasione di ascoltare una lunga storia di violenza di quella che era una ragazza ingenua e che oggi è una donna forte e coraggiosa. Quindici anni e oltre di soprusi, vessazioni di ogni tipo, che l’hanno accompagnata dal periodo della gioventù fino all’ingresso nel mondo degli adulti. Ne parlai per caso con un mio amico, il quale scherzando, disse: «Su questo racconto ne uscirebbe fuori un romanzo!» Sapete una di quelle cose, buttate là così, tanto per dire? Ecco com’è nata l’idea del romanzo: dal momento in cui ho realizzato di scriverlo, per me era già un qualcosa di vivente.

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La denuncia-querela: l’inizio del calvario

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Ci esortano a denunciare, ma cosa accade esattamente dopo quest’azione legale? La denuncia-querela è solo il primo passo verso la liberazione: non è un punto di arrivo, ma di partenza. La situazione si aggrava soprattutto quando ci sono figli in comune.

L’ardua decisione della vittima

Quando una donna che ha subito violenza da parte del compagno, marito o ex, prende finalmente la decisione di sporgere formale denuncia-querela, spera in cuor suo di porre così il sigillo a una serie di sofferenze atroci. La scelta di solito arriva dopo che la vittima ha preso consapevolezza della reale situazione ed esce dal soffocante tunnel della violenza psicologica. A quel punto è già scesa dall’altalena della destabilizzazione emotiva creata dall’aguzzino e non è più avviluppata nella rete della dissonanza cognitiva. Il carnefice ha assunto i veri tratti che gli appartengono e non riesce più ad esercitare potere e controllo sulla vittima. Tutto questo non dipende da lui, ma dalla donna che ha scelto di riprendere in mano la sua vita. Il periodo che precede l’ardua decisione è pieno di conflitti interiori ed è caratterizzato da una confusione tale, per cui la vittima può essere paragonata a una leggera foglia trasportata dal vento.

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La donna e quella violenza iniziata tanti anni fa

 

di Ambra Sansolini

La donna nella preistoria

Nella preistoria la donna aveva un ruolo centrale, in quanto creatura capace di donare la vita. Esisteva infatti il culto della dea Madre.
Con l’avvento del patriarcato, già a partire dal paleolitico e dal neolitico, iniziava invece ad essere proprietà dei capi tribù.

Un bagliore di luce nel buio

Una breve parentesi si avrà con l’avvento dei Sumeri, della civiltà egizia e poi dei Babilonesi: la donna aveva la sua indipendenza giuridica ed era protagonista della realtà socio-politica.

La donna nell’antica Grecia

Nell’antica Grecia, la donna era considerata un essere inferiore e per questo era reclusa dentro le mura domestiche. Non era un soggetto politico, bensì solamente una fonte di piacere sessuale. Viveva quindi in uno stato di completa minorità rispetto all’uomo. Incapace di fare testamento, era soggetta alla tutela del padre e del marito. Ritenuta un essere irresponsabile, il suo adulterio era punito con la morte, proprio come è accaduto in Italia fino al 1981, con il delitto d’onore. Aristotele affermava che «il silenzio reca grazia alle donne» e Platone le definiva “inganno astuto”. A conferire loro il vero valore, fu Euripide ( V sec. a.C.): « Le donne sono la coscienza critica della società e sono sottoposte a destini atroci, perché si è consapevoli della loro forza titanica».

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Alda Merini: la poesia in risposta alla violenza

 

di Ambra Sansolini

La condizione subalterna della donna nell’ambito familiare

Alda Merini è stata una delle numerose donne sottoposte, contro la sua volontà, alle cure psichiatriche legalizzate dallo Stato. Fu il marito a chiamare l’ambulanza e a farla ricoverare. Come ella stessa scrisse, nell’opera autobiografica, “Diario di una diversa”, nel 1965 “la donna era soggetta all’uomo”, che poteva decidere della sua vita.

La Legge sui manicomi

Alda Giuseppina Angela Merini, venne quindi internata a sua insaputa. In quel tempo ancora vigeva la Legge n°36 del 1904 che regolava la “Disposizione sui manicomi e sugli alienati”: “Debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale, quando siano pericolose a sé e agli altri o riescano di pubblico scandalo e non siano e non possano essere convenientemente custodite e curate fuorché dai manicomi”.

La violenza psicologica

Alda non costituiva alcun pericolo per la vita degli altri. Giovanissima, aveva già una famiglia e due bambine da crescere. Passava le giornate dividendosi tra la cura delle figlie e le ripetizioni scolastiche, che impartiva ad alcuni alunni. Si descriveva felice, ma spesso avvertiva una profonda stanchezza, a causa del gravoso lavoro familiare . Parlò di questo suo malessere con il marito, che non accennò minimamente a comprenderla.

Vedi anche

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