La delirante lettera di uno psicopatico

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

I media ci informano quotidianamente sui femminicidi, senza mai rendere verità alle donne costrette a vivere una violenza psicologica infinita, qualora siano costrette a condividere con l’uomo maltrattante dei figli in comune. Ma cosa significa per un soggetto patologico mettere al mondo dei figli? Perché, pur non adempiendo ai doveri e alle responsabilità genitoriali, mostra un attaccamento morboso verso la prole? E soprattutto con quanta facilità un individuo violento crea “famiglia”?

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“Io sono qui”: tra il ricordo e l’attesa del ritorno

Io ti aspetterò seduto Silenziosamente, Anche Se Staremo Lontani Ma Ti Aspetterò, E Se Quel Giorno Arriverà Non Aver Paura Perché Assieme Combatteremo, e Posso Dirti Che Lì Troverai Le Mie Impronte Sulla Sabbia e Sentirai Sul Tuo Corpo IL Vento Che Ti Accarezzerà Con L’Odore Del Mio Profumo, e Vedrai Con IL Tuo Sguardo IL Mio Sorriso Tra Le Onde Del Mare…Io Sono Lì Ti Aspetterò…. anche se ci vorranno anni ma ti aspetterò…(B.B.)

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Un artista, un cantautore, un ragazzo che sogna un mondo migliore e che attraverso la musica esprime le proprie emozioni: stiamo parlando di Mario Bragaglia, ovvero Brandon Braching. Abbiamo avuto modo di intervistarlo ancora, in occasione del suo secondo brano inedito “Io sono qui”.

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Manifestazione-corteo a Milano per i diritti dei minori e delle famiglie di origine

 

Ricordiamo a tutti l’importante corteo che si terrà domani a Milano dalle ore 15 alle 20. La partenza è alle ore 16 dalla Stazione Centrale, l’arrivo è previsto in Piazza Duomo.

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Le mollettine rosa: lettera di una figlia alla madre narcisista

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Attraverso questa lettera, scritta da una figlia alla madre narcisista,    cerchiamo di capire perché alcune donne siano più predisposte a relazionarsi con uomini violenti e narcisisti perversi. Negli articoli successivi analizzeremo l’epistola. Lo scopo è rendersi conto di quanti danni possano fare un padre o una madre disturbati. Essere genitori è sicuramente il mestiere più difficile al mondo, ma un principio fondamentale è considerare i figli come figli della vita e non una proprietà: cosa che risulta impossibile ai narcisisti perversi.

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Casa della Partecipazione di Maccarese: presentazione del romanzo “Su ali di farfalla. Il volo dalla violenza alla libertà”

Il giorno 12 aprile 2018, durante il convegno che si è tenuto presso la Casa della Partecipazione di Maccarese (Fiumicino), è stato presentato per la prima volta il romanzo “Su ali di farfalla. Il volo dalla violenza alla libertà”, scritto da Ambra Sansolini.

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Un sistema complice della violenza

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Nel nostro sito, così come nel romanzo “Su ali di farfalla”, abbiamo sempre sottolineato come a gettare le vittime di violenza nel baratro non sia tanto l’aguzzino, quanto un intero sistema che gli permette ogni losca azione. Se il carnefice venisse lasciato solo, non riuscirebbe a fare tutto il male di cui è capace. Gli organi preposti alla difesa delle donne tendone a colpevolizzare queste ultime, inscenando plateali ribaltamenti della realtà, dal macabro gusto narcisistico. Si vuole a tutti i costi colpevolizzare chi cerca di uscire fuori dal fango, colei che va avanti con l’anima dilaniata e nonostante i sogni spezzati. Tutto questo perché ormai sei etichettata come vittima e tale devi rimanere. Come se dovessi a tutti i costi pagare lo scotto di esserti innamorata un tempo di un essere maligno e/o psicopatico. Sembra che ad avere predominanza siano i diritti di un criminale senza empatia e dal cervello bacato, responsabile di avere massacrato la vita a creature innocenti, come donne e bambini. Non puoi definirlo mostro, non devi chiamarlo delinquente, perché altrimenti -poverino- patisce danni indecifrabili. E invece quelli della parte veramente lesa, che ruolo hanno? Allora fanno di tutto per tapparti la bocca, poiché il coraggio di gridare certe violenze fa paura. Fa paura all’abusante, ma ancora di più agli addetti ai lavori, che dovrebbero rimboccarsi le maniche e fare finalmente giustizia. Così, anziché sanare i buchi neri di un meccanismo che non tutela a dovere le vittime di violenza, diventa più facile accusare quelle stesse, metterle sul rogo come le streghe.

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Quella colpa non vi appartiene: liberatevene

 

di Ambra Sansolini

C’è qualcosa che aggrava le violenze subite: è l’interiorizzazione di una colpa in realtà inesistente. Convincere voi e gli altri che siete delle incapaci, delle poco di buono, delle pessime madri fa parte del gioco al massacro del narcisista perverso. Per fare questo si servirà di qualsiasi mezzo: può rendersi autore di condotte delittuose come lo stalking, la violenza privata e la diffamazione, così come adoperare persino gli strumenti della Giustizia. Spesso usa le altre persone per farvi del male. Basta che egli stia sempre sul palcoscenico: che sia un tribunale o il “trono” di una regia nascosta e perfida, non importa.

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Quando il corpo parla delle violenze

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Le malattie psicosomatiche sono il prezzo che devono pagare tutte le donne sfuggite al loro carnefice. Nessuno ne parla mai, perché giustamente, davanti ad alcuni femminicidi tanto efferati, diventano nulla. Ma si tratta tuttavia di danni permanenti alla salute psicofisica. La gravità di questi sintomi e la manifestazione cronica degli stessi sono direttamente proporzionali alla durata temporale delle vessazioni subite. Il problema è che neppure l’Autorità giudiziaria dà peso ai nocivi effetti dei maltrattamenti, cercando sempre e solo le lesioni derivate da aggressioni fisiche. Tutto ciò perché ancora non viene data rilevanza alla violenza psicologica e al contorno di un quadro, dipinto con i colori dell’angoscia e della paura. Cosa significa esattamente vivere, sapendo dell’esistenza di un uomo che vuole la tua distruzione? Che qualità di vita conducono le donne costrette a condividere con l’abusante uno o più figli? Quali conseguenze ha, nel corpo e nell’anima, entrare nel labirinto mostruoso della “giustizia” minorile? In che stato di salute versano coloro che devono combattere contro le Assistenti sociali e gli Psicologi della CTU? Chi dà peso a tali danni permanenti? Chi ascolta il dolore di queste donne?

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