Un romanzo di formazione tra violenza e rinascita

 

Il libro è un’opera di narrativa ma vuole avere anche un intento formativo e sociale. Conoscere significa proteggersi ed evitare che le tragedie che subiscono le donne si possano ripetere. Già dal titolo si intuisce la struttura del romanzo: dopo la descrizione del “magico mondo dell’uovo” dedicato all’infanzia di Agnese, si passa alla adolescenza caratterizzata dalla anoressia, e della scoperta della sessualità e del primo amore, metaforizzata dalla figura del bruco.

Successivamente vi è la narrazione del rapporto malato con Leonardo simboleggiato dalla figura della crisalide; mentre la fine della violenza e la liberazione è chiaramente simboleggiata dalla farfalla che spiega con leggerezza le proprie ali verso una vita nuova. In questo percorso fatto di cadute e risalite sembra di cogliere uno sviluppo dialettico: dopo la affermazione impulsiva e immediata della propria identità adolescenziale, in cui Agnese gioca a “fare la donna”, vi è la caduta nel negativo della dipendenza affettiva, lo sprofondare nella alienante condizione di subalternità all’aguzzino. Tutto ciò però è anche momento di elaborazione della propria e più matura identità, questa volta frutto di una ristrutturazione profonda del proprio sé, che permette di rompere la gabbia della violenza e tornare a vivere. L’ autrice sembra alludere alla dialettica io-non io di Fichte, in cui il soggetto realizza se stesso superando gli ostacoli che egli stesso si pone; o la serie di affermazioni, scacchi, cadute e riaffermazioni sfocianti nel rientro in sé stessa della autocoscienza spirituale, arricchitasi del proprio altro, nella dialettica fenomenologica hegeliana. La protagonista è Agnese: una giovane donna, bella, intelligente e sensibile: quasi un personaggio irreale. Eppure questi suoi doni non la proteggono di fronte alle perverse spire di un partner narcisista perverso: Leonardo, l’aguzzino. La Sansolini descrive egregiamente il meccanismo di manipolazione messo in atto da Leonardo: dal love bombing iniziale che fanno credere ad Agnese di aver trovato l’anima gemella, inducendola ad aprirsi e ad abbassare le difese, alle angherie e ai soprusi da cui la giovane riesce a sottrarsi solo dopo lungo tempo. Nel romanzo si notano gli studi approfonditi sul narcisismo e la psicopatia dell’autrice. Questo le permette così di tratteggiare in maniera adeguata la figura di Leonardo, maschera multiforme e inquietante incapace di empatia, ma capacissimo di irretire e soggiogare chi gli sta intorno. Nel libro vi è poi la consapevolezza che tali disturbi siano dovuti a ferite e traumi subiti nell’infanzia, per via dei cattivi rapporti con i genitori: la descrizione della famiglia di Leonardo conferma tutto ciò. Alle angherie subite nel rapporto di coppia, si aggiungono poi le traversie legali che ha dovuto affrontare Agnese. Soprattutto a causa della nascita di suo figlio, frutto della relazione con Leonardo. Nel romanzo spicca la figura del padre di Agnese: quest’uomo cercò in tutti i modi di difendere sua figlia e suo nipote, la sua scomparsa sarà vista dalla ragazza come un segnale di non ritorno e spingerà Agnese finalmente ad abbandonare Leonardo e a cercare la propria libertà. Leggendo questo romanzo non potrete che innamorarvi della piccola ma immensa Agnese. La sua voglia di vivere, la sua grinta, la sua sensibilità e intelligenza, saranno le risorse che la aiuteranno a non soccombere, a rialzarsi dopo le cadute e capire e superare i suoi tanti errori.

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