Psicopatia: sanità mentale o follia?

Sanità mentale o pazzia? dove si colloca la figura del carnefice?

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Molto spesso, quando l’uomo che ha commesso l’omicidio della donna o altre violenze a danno della stessa, viene condannato, inizia da parte della difesa la finzione circa una presunta malattia mentale dell’assistito. Tutto ciò al fine di ottenere uno sconto di pena o addirittura l’impunibilità del reo. Ci sono casi in cui, è addirittura la parte lesa ad essere accusata di aver cagionato l’infermità mentale dell’abusante. E allora viene da chiederci: può essere folle, un soggetto che premedita e attua cinicamente la distruzione di una persona? Gode pienamente della salute mentale, un uomo ossessionato dall’idea di annientare l’ex compagna?

Tra sanità mentale e follia

La verità è che molto spesso, un uomo violento non è sano mentalmente, ma neppure pazzo. Il più delle volte il suo quadro clinico si colloca all’interno di quelli che nel DSM ( “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”), vengono definiti disturbi di personalità. Questi alterano sicuramente i comportamenti sociali del soggetto, ma non la sua capacità d’intendere e di volere. Il più diffuso tra gli autori degli abusi, è sicuramente il disturbo narcisistico di personalità, la cui diagnosi avviene attraverso il criterio DSM IV e prevede che almeno cinque dei sintomi qui descritti, siano presenti. Chi n’è affetto, ha un carattere manipolatorio e la sua specialità è quella di ribaltare la realtà, riuscendo a passare da carnefice a vittima, anche sotto l’analisi degli esperti (Magistrati, Psicologi e Assistenti Sociali).

Vedi anche il profilo dello stalker 

La psicopatia

Quante volte per scherzare, diciamo “tizio è psicopatico”? Con ciò noi intendiamo in modo bonario e semplicistico, magari un insieme di tratti particolari del carattere. Invece la psicopatia esiste davvero e si colloca all’interno della forma più grave del narcisismo perverso, quello così detto “maligno”. Sono coloro che, dallo psicologo americano esperto in criminologia, Robert Hare, vengono definiti “predatori sociali intraspecie”o anche “sociopatici”. In sintesi quindi, possiamo asserire che tutti i narcisisti perversi siano manipolatori, ma non il contrario. Così come tutti gli psicopatici sono narcisisti perversi, ma non tutti i narcisisti perversi presentano la psicopatia.

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In cosa consiste la psicopatia

Si tratta di un disturbo mentale caratterizzato da completa assenza di empatia e senso di colpa, egocentrismo e manipolazione mentale. Non esiste nel DSM una precisa definizione e spesso viene accorpata al disturbo antisociale di personalità (DSM V); in Italia è ancora poco conosciuta. Gli psicopatici hanno un certo fascino all’interno della società e dissimulando la loro vera natura, riescono a sedurre e incantare. Tendono ad essere impulsivi e non conoscono responsabilità, per cui proiettano su qualcun altro, anche le conseguenze delle loro azioni criminose o socialmente dannose. Attraverso la captazione intuitiva e superficiale delle emozioni altrui, riescono a fingere di averne delle proprie: si mimetizzano in qualsiasi situazione, come dei camaleonti. Questo vuol dire che pur non comprendendo le emozioni degli altri, sanno tuttavia leggerle e riconoscerle, per usarle a loro vantaggio: è questo in fondo che li rende estremamente pericolosi. Pertanto sono capaci di compiere atti di estrema crudeltà, poiché non s’immedesimano mai nel dolore e nelle sofferenze provocate alla vittima. Le persone diventano così meri strumenti e oggetti da usare per perseguire i propri obiettivi. Alcuni studiosi, hanno sottolineato come questi provino solamente delle “proto-emozioni”, cioè senza consapevolezza psicologica: si tratta di alcuni atteggiamenti del loro repertorio emotivo, usati ad hoc per soddisfare i propri desideri e bisogni. Ad esempio potrebbero usare la rabbia, per intimorire la vittima, ma senza provare realmente quell’emozione. Essendo immuni da tutto ciò che concerne la sfera emotiva, non provano paura, ansia e neppure stress. Non si stressano neppure durante lo stato di detenzione. L’unica simil-gioia datagli, è quella di distruggere la preda. Robert Hare scriveva che lo psicopatico è ossessionato dalla vittima prescelta e focalizza su di lei tutta la sua attenzione; non avendo doveri né responsabilità, può concentrare tutta la sua energia nell’annientare quella persona.

Alcuni tratti specifici

Tipica di questi carnefici è la frustrazione, sperimentata in ogni forma di abbandono e spesso ( ma non sempre) provata durante l’infanzia (a seguito di un distacco o abuso fisico o/e psicologico, da parte di una delle due figure genitoriali): per questo motivo non accettano che qualcuno osi contraddirli o scappare al loro dominio. Da ciò ne consegue che le azioni compiute, seppur raccapriccianti e crudeli, siano per loro sempre giustificabili e appropriate, poiché rappresentano la giusta punizione per la donna che ha provato a sfuggire al controllo. Potremmo paragonarli a dei robot: macchine create per portare sulla terra lacrime e distruzione. Si annoiano facilmente, in quanto detestano l’indifferenza e la solitudine: sfuggono alle relazioni stabili (se le hanno, gli servono solo di facciata, ma certamente terranno in piedi altre storie o flirt) e non portano a termine alcun obiettivo, tranne quello di annientare colei che hanno scelto. La perversione della loro natura, l’induce a provare maggiore piacere qualora la preda sia una donna valorosa, brillante, bella, capace etc. Tutti noi, che proviamo emozioni, amiamo, c’indigniamo e ci arrabbiamo,veniamo visti ai loro occhi come degli stupidi: insulse formichine da schiacciare. Nutrono costante disprezzo verso tutto ciò che è vita, pertanto le vittime preferite sono quelle piene di risorse, solari e vitali. Sono dei mostri a tutti gli effetti e non dobbiamo esimerci dal chiamarli tali, anche se recentemente molti studiosi tendono quasi a difenderli a discapito delle vittime. Robert Hare e lo psicologo George Simon, ritengono che un 40% delle depressioni e ansie che la maggioranza della popolazione soffre, siano attribuibili ad abuso psicopatico narcisista non individuato.

Infermità mentale e giurisdizione

Secondo l’art. 88 c.p., non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era per infermità, in tale stato di mente da escludere la capacità d’intendere e di volere. Tutto ciò presuppone un vizio totale di mente, che è da valutare in relazione al soggetto e al reato commesso.
In virtù dell’art.89 c.p., chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per infermità, in tale stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità d’intendere e di volere, risponde al reato commesso, ma la pena è diminuita. Il codice penale differenzia il vizio totale dal vizio parziale di mente, secondo un criterio quantitativo, cioè in base alla riduzione della capacità intellettivo-volitiva. Nel primo caso, l’imputato viene ricoverato in ospedale psichiatrico giudiziario (art. 222); nel secondo, dopo aver scontato la pena in misura ridotta (art. 219), è ricoverato in una casa di cura e di custodia.

Conclusioni

Qualora si presentino queste situazioni, tutto dipende dall’effettiva capacità del Magistrato di analizzare le azioni commesse dal soggetto in questione e dalla CTU eseguita dallo Psicologo del Tribunale. Che tipo d’infermità mentale può avere, un uomo che sia stato lucido e freddo nell’uccisione della donna e magari abbia tentato pure di compiere il delitto perfetto? Quale depressione o sofferenza emotiva può patire, colui che è asettico ad ogni emozione? Il punto è che la psicopatia, non rientrando nel “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, resta di difficile dimostrabilità, ma già arrivare alla diagnosi di narcisismo perverso, significa smascherare il carnefice e non danneggiare ulteriormente la vittima. Di solito infatti è quest’ultima, anche qualora ne esca viva, a riportare gravi disturbi come l’ansia e la depressione ( inquadrabili nel disturbo post-traumatico da stress). Come dire, oltre al danno pure la beffa, proprio non sarebbe giusto…

5 pensieri riguardo “Psicopatia: sanità mentale o follia?”

  1. Il problema e’ sempre quello.Ritenere la violenza della donna perversa di minore entita’ rispetto a quella piu’ bruta dell’uomo.
    La violenza psichica nella donna,in mancanza di violenza fisica che un maschio appena appena dotato di carattere non le puo’ consentire,cresce a dismisura fino ad essere spesso piu’ devastante di quella fisica(eccezion fatta naturalmente per la violenza femminicida).
    Si tende ad essere indulgenti e molto meno colpevolisti verso le insanie distruttive del “gentil sesso” ma tutto questo non e’ ne’ giusto ,ne’ leale mancando di rispetto alla mascolinità sensibile e di animo delicato,pur virile.
    Al maschio non si perdona inconsciamente di non aver saputo attutire,a differenza delle donne,la devastazione sentimentale operata dai non pochi mostri femminili in circolazione.
    E’ una falsita’ di origine culturale che non consente ancora un approccio paritario al problema esistente della psicopatia intergenere.
    Ma l’esercito delle psicologhe o psicoterapeute che lavorano professionalmente sulla materia dovrebbero sapere bene e lealmente che i sentimenti feriti o vilipesi sono un comun denominatore delle macerie da distruzione psicologica intergenere e in termini di danni non vi puo’ essere nessuna attenuazione diversificativa.

  2. Il problema e’ sempre quello.Ritenere la violenza della donna perversa di minore entita’ rispetto a quella piu’ bruta dell’uomo.
    La violenza psichica nella donna,in mancanza di violenza fisica che un maschio appena appena dotato di carattere non le puo’ consentire,cresce a dismisura fino ad essere spesso piu’ devastante di quella fisica(eccezion fatta naturalmente per la violenza femminicida).
    Si tende ad essere indulgenti e molto meno colpevolisti verso le insanie distruttive del “gentil sesso” ma tutto questo non e’ n’e’ giusto ,ne’ leale mancando di rispetto alla mascolinità sensibile e di animo delicato,pur virile.
    Al maschio non si perdona inconsciamente di non aver saputo attutire,a differenza delle donne,la devastazione sentimentale operata dai non pochi mostri femminili in circolazione.
    E’ una falsita’ di origine culturale che non consente ancora un approccio paritario al problema esistente della psicopatia intergenere.
    Ma l’esercito delle psicologhe o psicoterapeute che lavorano professionalmente sulla materia dovrebbero sapere bene e lealmente che i sentimenti feriti o vilipesi sono un comun denominatore delle macerie da distruzione psicologica intergenere e in termini di danni non vi puo’ essere nessuna attenuazione diversificativa.

  3. Quando ci sarà un articolo del codice penale che permetterà di poter punire questa feccia umana?Aiutateci!!!!!Grazie.

  4. Mi chiedo: Perchè perchè sempre ste donne!!! Ma chi sono ste donne !!!! Difendere le donne perchè !!! Ma se anno tutto questi problemi e a sentir loro sono sante perchè non se ne stanno per i Cazz……. loro!?!? Invece di andare per il mondo a fare le Putt….. e per poi distruggere famiglie, far pagare agli evventusli figli “ bambini” le loro porcate sessuali, e diffamare distruggere l’uomo che tre giorni prima dicevano essere la loro vita. Ma mandatele a fare in Cul….. ste T…… Sono psicopatiche e i sintomi ci sono o ragionano con l’utero come da millenni si dice ed è vero, non anno sentimenti se non che questi possano soddisfare se stesse, non anno ripensamenti sulle loro decisioni positive o negative che possano essere, spietate verso i figlie e chi che sia sopratutto se perdono la testa che non anno per altro uomo, sputano senza rispetto sul piatto che anno poco prima mangiato, ecc ecc . Ma gli uomini sono cechi?!? Per un buco ?!?!? Per 10/20 minuti si vanno a vendere la vita la dignità e i capitali ?!??! 20/ 3o € una bella Putanett……. fai quello che devi fare poi un calcio nel sedere. E sei liberissimo di fare che cazz……. vuoi . Altro che le donne non meritano nulla di nulla se non dei dildi sintetici che litighino con questi che si facciano mantenere da questi e scopare anche. Provate a vivere con un canchero di donna Psicopatica con una dellinquente come è successo a me e tanti altri poi vedrete cosa gli faresti a ste Troi……

    1. Caro “Cesarino”,

      Leggendola, sarebbe stato scontato cancellare il suo commento o metterlo nella cartella spam. Credo invece sia più utile che la gente legga cosa pensano ancora alcuni uomini.
      Pertanto, La ringrazio vivamente di aver dato il suo prezioso contributo. La risposta alla sua domanda “perché sempre ste’ donne, ma chi sono ste’ donne, difendere le donne perché” ce l’ha fornita lei, esprimendo chiaramente un’ideologia che è alla base di ogni femminicidio. A differenza di altri carnefici, Lei è stato sincero. Le sue parole aiuteranno a riflettere molte persone, sia uomini che donne.

      Un caro saluto

      Ambra Sansolini

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