Un libro da leggere per riuscire a prendere il volo

 

Un libro molto molto bello, da leggere dalla prima all’ultima pagina.

“L’amore quando arriva lo riconoscete perché non fa male: non umilia, non giudica, non deride, non vi vuole diverse, non soffoca le passioni, non controlla i pensieri… L’amore è condivisione, non possesso!…”

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Quando il corpo parla delle violenze

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Le malattie psicosomatiche sono il prezzo che devono pagare tutte le donne sfuggite al loro carnefice. Nessuno ne parla mai, perché giustamente, davanti ad alcuni femminicidi tanto efferati, diventano nulla. Ma si tratta tuttavia di danni permanenti alla salute psicofisica. La gravità di questi sintomi e la manifestazione cronica degli stessi sono direttamente proporzionali alla durata temporale delle vessazioni subite. Il problema è che neppure l’Autorità giudiziaria dà peso ai nocivi effetti dei maltrattamenti, cercando sempre e solo le lesioni derivate da aggressioni fisiche. Tutto ciò perché ancora non viene data rilevanza alla violenza psicologica e al contorno di un quadro, dipinto con i colori dell’angoscia e della paura. Cosa significa esattamente vivere, sapendo dell’esistenza di un uomo che vuole la tua distruzione? Che qualità di vita conducono le donne costrette a condividere con l’abusante uno o più figli? Quali conseguenze ha, nel corpo e nell’anima, entrare nel labirinto mostruoso della “giustizia” minorile? In che stato di salute versano coloro che devono combattere contro le Assistenti sociali e gli Psicologi della CTU? Chi dà peso a tali danni permanenti? Chi ascolta il dolore di queste donne?

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Figlio dell’amore

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Alcuni tragici fatti di cronaca ci parlano di bambini innocenti, coinvolti in storie di FEMMINICIDIO. La cieca rabbia dell’uomo di punire in qualche modo la donna non risparmia neppure i figli. Ho inventato un breve racconto, cercando di portare alla luce il pensiero di chi, in quell’amore malato, ci si trova dentro senza possibilità di scelta e alcuna responsabilità. Perché, se è atroce e assurdo accettare che chi diceva di amare quella donna, sia in grado poi di ucciderla, lo è ancora di più  quando lo stesso toglie la vita persino a un figlio.

 

Ciao a tutti,
mi chiamo Daniele e ho sette anni. Mi piace giocare a calcio e adoro le macchinine: ne ho moltissime e di tutti i colori. Frequento la seconda elementare e la mie materie preferite sono la geografia e la matematica. Per questo gli adulti mi dicono che da grande potrei fare l’esploratore o il geologo: in effetti mi vedrei bene in quei magnifici posti, che ammiriamo nei documentari. Però in fondo potrei anche fare il medico o il veterinario, in modo da mettere a frutto le mie capacità per il bene degli altri. Dove sta scritto che solamente le femminucce debbano svolgere professioni di aiuto e sostegno ai meno fortunati? Ora che ci penso bene, visto che mi piacerebbe stare al servizio dei cittadini, potrei fare anche il poliziotto o il carabiniere. Con me starebbero tutti al sicuro! Prima o poi chiunque ha bisogno di un agente delle Forze dell’Ordine. Sarebbe bello sentirsi essenziale per gli altri. E il pompiere? Caspita! I pompieri sono angeli scesi sulla terra. Mia madre mi dice sempre che la vera forza non è quella fisica. Non serve un’arma per sentirsi forti. La mia mamma mi ha insegnato che dobbiamo dare alle persone, ma dando veramente noi stessi. Non per sentirci unici o indispensabili, perché poi lei mi ricorda che c’è qualcuno sopra a noi: uno davvero potente e immensamente buono. Ma la sua potenza non consiste nella ricchezza, nella forza bruta o nella prepotenza. Dice che sta tutto nelle mani del tale in questione e mi ripete che siamo nulla rispetto all’immensità dell’universo.

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La nascita del romanzo

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Un giorno ebbi l’occasione di ascoltare una lunga storia di violenza di quella che era una ragazza ingenua e che oggi è una donna forte e coraggiosa. Quindici anni e oltre di soprusi, vessazioni di ogni tipo, che l’hanno accompagnata dal periodo della gioventù fino all’ingresso nel mondo degli adulti. Ne parlai per caso con un mio amico, il quale scherzando, disse: «Su questo racconto ne uscirebbe fuori un romanzo!» Sapete una di quelle cose, buttate là così, tanto per dire? Ecco com’è nata l’idea del romanzo: dal momento in cui ho realizzato di scriverlo, per me era già un qualcosa di vivente.

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Presentazione romanzo: “Su ali di farfalla”

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Il romanzo tratta il tema della violenza sulle donne. La vicenda narra una storia realmente accaduta, attraverso la quale vengono indicati gli strumenti per riconoscere i segnali di un rapporto pericoloso e i mezzi per uscirne. L’intera opera si snoda attorno alla metafora degli stadi di sviluppo della farfalla: dal guscio dell’uovo, al bozzolo, per poi giungere alla crisalide e al lepidottero colorato, che vediamo volare liberamente sui prati verdi. Il libro delinea un quadro difficile e duro della realtà, in cui le vittime sono costrette a lottare non solo contro il carnefice, ma contro un intero sistema. Pertanto, si propone anche di denunciare alcune verità, troppo spesso taciute dai mass media. Lo scopo è quello di far capire che esistono innumerevoli modi per uccidere una donna, molti dei quali non prevedono spargimento di sangue. La nostra protagonista, Agnese, è stata uccisa innumerevoli volte, anche da chi avrebbe dovuto difenderla e invece l’ha lasciata nelle mani sadiche del suo aguzzino. Che ruolo hanno le Istituzioni in questa piaga sociale? Come ha fatto la fanciulla a prendere il volo verso la libertà?

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Prima parte

Nella prima parte si parla della vita di Agnese precedente all’incontro con l’abusante, Leonardo. Tutto ciò, perché è importante mettere in evidenza quali siano i tratti principali che attirano questi uomini. Infatti va sottolineato che ci sono alcune donne più predisposte a relazioni pericolose: “sono quelle che amano troppo”. C’è un punto fondamentale su cui riflettere: l’aggancio. Occorre capire quale sia stato l’anello che ha permesso al carnefice di catturare a sé la vittima. Spesso, ci sono fasi della vita, in cui una persona magari è più fragile ed è proprio in quelle debolezze che va a insinuarsi il “predatore sociale”. Mostrare le proprie ferite può esporre a situazioni simili, perché gli squali, si sa, sono attirati dal sangue. Nessuno arriva dicendoti “ciao sono un mostro”, altrimenti sarebbe facile sfuggirgli. Arriva invece vestito dei tuoi sogni e desideri, indossando ciò di cui hai più bisogno. Si traveste da salvatore o all’opposto da colui che deve essere salvato. Infatti, è attraverso una sagace finzione che il soggetto violento getta la rete per la trappola. Pertanto, uno dei traumi più grandi per la donna è scoprire come la storia d’amore per la quale si è lasciata distruggere, in verità, non sia mai esistita.

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Intervista per Radio Radio 104.5

 

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La violenza sulla violenza: contro un sistema

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Abbiamo raccolto la testimonianza di una donna vittima di violenza domestica e stalking. Ci siamo soffermati sulla sua personale esperienza della denuncia-querela. In TV e in ogni dove, viene continuamente detto alle donne di denunciare, ma nessuno spiega loro cosa realmente troveranno dal momento in cui busseranno alla Caserma dei Carabinieri o alla Questura della Polizia. Per questo motivo, attraverso i recenti ricordi di chi ci è passata, vogliamo fare uno zoom su una situazione reale e drammatica, più della violenza stessa.

La donna da noi ascoltata, per motivi di privacy, verrà chiamata con un nome di fantasia, cioè Maria. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite, è puramente casuale.

Maria ci ha accolti con il sorriso proprio di chi ne ha vissute tante, uno di quelli che farebbero uscire il sole anche nelle giornate buie e uggiose, tipiche del mese di Dicembre. Non ci vuole molto perché si apra completamente e il suo dolore trovi espressione in parole indelebili, come i segni lasciati dalla violenza.

Ciao Maria, quando sei pronta, iniziamo…

Sorride (n.d.r.) e aggiunge: «Credo di essere nata pronta».

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Perché esiste la violenza?

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Abbiamo intervistato un giovane talento della musica, Mario Bragaglia. Questo ragazzo ha 23 anni, viene da Ceccano, in provincia di Frosinone e nella sua canzone tratta il tema della violenza. Ha un fare cordiale e solare, la grinta e la determinazione tipiche di un sognatore…

Ciao Mario. Come hai iniziato il tuo percorso nella musica? 

«Bentrovati, è un piacere per me. Fin da bambino giocavo a fare il cantante. All’età di otto anni, immaginavo di avere un pubblico davanti a me, prendevo in mano un qualsiasi oggetto e cantavo. Poi crescendo, ho continuato a coltivare questa mia passione: la giusta medicina che mi rende più forte.»

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Lo stalking di gruppo: una violenza disumana

di Ambra Sansolini

Introduzione

Esiste un tipo di stalking compiuto da più persone ai danni di un soggetto: si tratta dello stalking di gruppo o gang stalking. Solitamente riguarda la sfera lavorativa ( parliamo allora di mobbing) e si compie attraverso una serie di violenze ripetute nel tempo contro una vittima.

In cosa consiste?

Lo stalking di gruppo è caratterizzato da comportamenti persecutori attuati in modo ripetitivo. Uno dei tratti principali, è la costante provocazione con una forma di comunicazione insistente, fatta di telefonate, messaggi o lettere (anche anonime). Il fatto che il delitto venga perpetrato da più soggetti, aumenta notevolmente l’intensità dell’accanimento, il cui scopo immediato è portare la preda all’esasperazione e poi magari accusarla della stessa reazione.

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